Apnea notturna è un’espressione comunemente utilizzata per riferirsi a una condizione patologica la cui esatta definizione tecnica è sindrome delle apnee ostruttive nel sonno; per brevità è spesso indicata anche come OSAS, acronimo dei termini inglesi Obstructive Sleep Apnea Syndrome.
Secondo i dati riportati dall’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione Contro gli Infortuni sul Lavoro, l’apnea notturna è una patologia che si registra in ogni fascia d’età e in entrambi i sessi, anche se è decisamente più comune negli adulti e in particolar modo nei soggetti di sesso maschile (rapporto 3:1); interessa circa 12 milioni di italiani.
Il report dell’INAIL mette in evidenza anche il fatto che la patologia è decisamente sotto-diagnosticata e sotto-trattata.
Non si tratta di una condizione patologica da sottovalutare perché ha nel medio-lungo termine conseguenze importanti sulla salute generale; peraltro, è anche causa di una qualità del sonno piuttosto scadente e determina un’eccessiva sonnolenza diurna e anche difficoltà a mantenere la concentrazione.
Secondo il sopra citato report, nel nostro Paese circa il 7% degli incidenti stradali è da attribuirsi alla sindrome delle apnee notturne. Più elevato risulta poi il rischio di infortuni sul lavoro.
La OSAS è associata a varie forme di malattie cardiovascolari, inclusa l’ipertensione e la fibrillazione atriale.
Vista la sua diffusione e la sua importanza, cerchiamo di conoscere più da vicino questa patologia, come si diagnostica e quali sono le modalità di trattamento, ivi compresi dispositivi e apparecchiature per apnea ostruttiva del sonno o apnea notturna.
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Cos’è la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno?
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno è una patologia caratterizzata da molteplici interruzioni della respirazione durante il riposo notturno; queste interruzioni, più o meno lunghe, sono determinate da un’ostruzione parziale o totale delle vie aeree superiori.
Esistono diverse condizioni che predispongono allo sviluppo dell’apnea notturna; molto frequentemente essa è associata all’obesità centrale; esistono infatti studi che indicano come il 50% dei soggetti affetti da OSAS siano obesi; inoltre la prevalenza della sindrome nei soggetti moderatamente sovrappeso, sia uomini che donne, è di circa il 40%.
Altre condizioni predisponenti degne di nota sono l’assunzione di sonniferi, l’abuso di alcolici prima di andare a dormire, il setto nasale deviato e l’ostruzione delle vie aeree superiori.
I segni e sintomi che possono far sospettare al medico la presenza di apnea notturna, soprattutto se sono concomitanti, sono diversi: intenso russamento intermittente, senso di soffocamento durante il sonno, sonno non riposante, cefalea mattutina, sonnolenza diurna, stanchezza diurna, difficoltà nel concentrarsi, gola asciutta al risveglio.
Come si diagnostica l’apnea notturna?
La presenza concomitante di alcuni dei segni e sintomi precedentemente esposti induce generalmente il medico all’esecuzione di un esame noto come polisonnografia, attualmente il gold standard per la diagnosi della sindrome delle apnee notturne.
L’esame, che viene effettuato con un apparecchio denominato polisonnigrafo, può essere effettuato sia presso una struttura sanitaria o a domicilio. Se il paziente opta per l’esecuzione a domicilio, le possibili scelte sono due; il polisonnigrafo viene consegnato presso la residenza del paziente e un tecnico specializzato provvederà alla sua applicazione e al suo ritiro il giorno seguente. In seguito sarà effettuata l’analisi. Un’alternativa è un apparecchio da polso che il paziente dovrà indossare durante il riposo notturno; è necessario in questo caso scaricare un’apposita app da installare sul proprio smartphone che, una volta avviato il test, invierà ai tecnici i dati registrati durante le ore di sonno.
Il test con il polisonnigrafo non è invasivo, non è doloroso e non ha alcuna controindicazione; può quindi essere effettuato da persone anziane e da bambini.
Il trattamento dell’apnea notturna
Se la diagnosi di apnea notturna viene confermata è necessario iniziare uno specifico trattamento. È innanzitutto fondamentale rimuovere gli eventuali fattori predisponenti modificabili (sovrappeso, abuso di alcolici ecc.).
La terapia vera e propria consiste nella CPAP, Continuous Positive Airway Pressure ovvero Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree. Si tratta di una ventilazione meccanica effettuata con appositi apparecchi che supportano l’atto respiratorio.
Questi apparecchi sono costituiti da un corpo centrale contenente un ventilatore, da un tubo flessibile, da una maschera CPAP e da un umidificatore. Il tubo flessibile serve a collegare il corpo centrale alla maschera che il paziente dovrà indossare durante il sonno. L’umidificatore serve a contrastare il principale effetto collaterale della terapia, la secchezza di naso e gola.
In sostanza, il dispositivo CPAP mantiene aperte le vie superiori tramite la pressione dell’aria che entra nelle vie respiratorie. Gli apparecchi attuali, piuttosto silenziosi, leggeri e non molto ingombranti possono essere comodamente posizionati sul comodino