Giuseppe Verdi è uno dei compositori italiani più famosi della nostra nazione e del mondo. Nacque nel 1813 ed è noto a tutti per essere stato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Tra le sue opere più famose non possiamo non citare la Traviata, l’Aida, Nabucco e moltissime altre ancora.
Giuseppe Verdi non solo era un artista, ma fu anche molto interessato al mondo della politica, tanto da far diventare le sue opere un vero e proprio simbolo del nazionalismo italiano.
Oltre a essere un personaggio di alto rilievo storico, in questo articolo vogliamo ricordare Giuseppe Verdi per una sua particolare passione: quella per la spalla cotta.
Pensare ad un personaggio così importante nel dilettarsi in cucina, è qualcosa di veramente incredibile e allo stesso tempo magico.
Ci sono varie testimonianze, infatti, del fatto che il compositore era solito regalare la spalla cotta ad amici e conoscenti. Cerchiamo però di capire cosa facesse di questo salume un prodotto così speciale.
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La spalla cotta i tempi di Giuseppe Verdi
Ai tempi dell’800’ epoca in cui ha vissuto il celebre compositore, i maiali erano diversi da quelli che vediamo oggi. Gli animali del tempo avevano gli arti anteriori particolarmente sviluppati e robusti rispetto a quelli di oggi. Per questo motivo, si era soliti sfruttare questa parte del maiale per ricavare quella che ancora oggi conosciamo come spalla cotta. All’epoca si trattava di un taglio di carne molto pregiato e che veniva consumato molto di più rispetto al classico prosciutto. Ai tempi moderni, questo salume ha una minore diffusione rendendolo ancora oggi un prodotto pregiato e prelibato.
La spalla cotta dei giorni nostri è realizzata tramite disossatura: la carne viene poi inserita in una vescica, che può essere di maiale o di manzo, e viene lasciata a stagionare per almeno una quarantina di giorni, senza aggiungere alcun tipo di condimento. Passata la stagionatura, il salume viene cotto in acqua e vino (rosso o bianco).
Giuseppe verdi, la spalla cotta in regalo e le note degli amici
In una pubblicazione dell’ American Institute for Verdi Studies del 1992 si parla di una lettera di Giulio Ricordi che ringrazia Giuseppe Verdi dopo l’acquisto di una spalla cotta, ma ci fu un errore nella traduzione: si pensò che il celebre compositore fosse un produttore di questo salume.
In realtà Giuseppe Verdi era solito regalare questo prodotto gastronomico e non produrlo lui stesso. È vero che il compositore nel 1890 inviò due spalle cotte a Giulio Ricordi, insieme ad una lettera dove spiegava come cucinarla al meglio: cotta per 12 ore, poi passata in acqua fredda e lasciata bollire per altre 4 ore. Dopo di che, servita nel brodo di cottura, una volta raffreddata. Giulio Ricordi rispose scherzosamente inviando una finta bolla di accompagnamento della spalla, indicando un prezzo e la marca: “G. V.”: da qui l’errore di comprensione. Si tratta di un aneddoto divertente che rimarrà nella storia.
Se come a Giuseppe Verdi, anche a voi è venuta voglia di mangiare una bella spalla cotta, qui potrete acquistarla.