L'assistenza agli anziani è ancora un tema piuttosto critico in Italia. Il nostro paese rappresenta una delle popolazioni più anziane d'Europa. L'aumento dell'aspettativa di vita e il calo della natalità hanno portato a un rapido invecchiamento della popolazione. Ciò significa che c'è un numero sempre maggiore di anziani che richiedono assistenza e cure. Di contro, i cambiamenti sociali e demografici hanno portato a una riduzione delle dimensioni delle famiglie e a un aumento della mobilità geografica. Ciò ha reso più difficile per le famiglie fornire l'assistenza necessaria, specialmente quando i membri anziani della famiglia vivono lontano dai propri parenti.
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Il ruolo della badante in Italia
Per tutte queste ragioni, il sistema sanitario italiano è sempre più sotto pressione a causa dell'aumento della domanda di servizi sanitari da parte degli anziani. Le strutture adibite alla cura spesso si trovano impreparate ad affrontare il crescente numero di richieste. Ciò può portare a lunghi tempi di attesa, carenze di personale e insufficiente qualità dell'assistenza fornita. Ecco perché un ruolo sempre più centrale per affrontare le sfide del presente e del futuro è rappresentato da realtà come Aes Domicilio, Agenzia selezione badanti; perché l’assistenza domiciliare è sempre più la scelta che permette a tante famiglie di assicurare le giuste cure ai propri cari, affrontando spese sicuramente più contenute rispetto a quelle delle strutture sanitarie come le RSA. Purtroppo, anche il costo dell’assunzione di una badante non è alla portata di tutti, ed è per questo che il ruolo dello Stato è fondamentale per supportare le famiglie che hanno a carico la gestione e la cura di persone al di sopra dei 65 anni. Del resto, è sempre più chiaro che affrontare le sfide nell'assistenza agli anziani richiede un impegno a lungo termine da parte di governo, istituzioni e società nel suo complesso, perché il rischio di assunzioni irregolari e badanti in nero è purtroppo sempre molto alto, con ricadute negative sia per i caregiver che per le famiglie.
Bonus badanti 2023: che cos’è e come funziona
Il Bonus Badanti che il governo ha inserito nel Decreto Lavoro va proprio nella direzione di un maggiore sostegno dello Stato a tutto il comparto. Fino al 2022 le famiglie che decidevano di assumere regolarmente un collaboratore domestico potevano contare su uno sgravio fiscale di circa 1.500,00 euro. Grazie alla manovra di maggio, questa cifra è stata aumentata del doppio, arrivando a 3.000,00 euro. Il testo dell’emendamento approvato prevede che: “Al fine di supportare le famiglie nell’assistenza agli anziani, per gli anni 2023, 2024, 2025 è previsto un esonero contributivo del 100 per cento, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di sessantacinque anni. Il beneficio non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di ventiquattro mesi. Il beneficio non spetta, altresì, in caso di assunzione di parenti o affini, salvo che il rapporto abbia ad oggetto lo svolgimento delle mansioni di cui all’articolo 1, comma 3, secondo periodo, del d.P.R. 31 dicembre 1971, n. 1403.”
Chi può accedere al Bonus Badanti: i requisiti
Potranno accedere al bonus badanti le famiglie che:
- Assumono con contratti di lavoro domestico negli anni 2023, 2024 e 2025 a tempo indeterminato o con conversione da tempo determinato a indeterminato e che potranno contare per 36 mesi su un esonero contributivo integrale fino a un massimo di 3.000 euro ogni anno.
- Con persona non autosufficiente e di età superiore ai 65 anni.
Al Bonus non potranno avere accesso coloro che:
- Assumono lavoratori con cui hanno terminato un rapporto lavorativo da meno di due anni.
- Assumono nel ruolo di collaboratori domestici parenti o affini.
Per inoltrare la domanda sarà sufficiente accedere al portale del sito dell’INPS, in cui sarà presente una sezione dedicata alla procedura. Si ipotizza, inoltre, la creazione di un’applicazione per lo smartphone allo scopo di facilitare l’invio e la trasmissione delle domande.