Il sistema sanitario italiano presenta numerose sfumature, con il territorio nazionale che si rivela qualitativamente eterogeneo, con i risultati delle varie indagini periodiche effettuate dagli istituti di ricerca del settore che tendono a variare notevolmente in funzione della regione che si prende in esame. Bisogna dire, però, che in linea generale i risultati nel complesso non sono critici e, anzi, presentano numerosi highlight eccellenti.
Nonostante venga spesso criticata, la sanità italiana continua ad avere un buon livello medio e può vantare svariate eccellenze. Inoltre il sistema sanitario lavora costantemente per migliorare questo livello, ad esempio attraverso l'obbligo imposto a medici e altri professionisti del settore di frequentare dei corsi di aggiornamento – gli ECM FAD –finalizzati a sviluppare nuove competenze. Al riguardo è giusto sottolineare che gli operatori sanitari hanno la possibilità di frequentare corsi online come quelli disponibili sul sito www.ebookecm.it per ottenere i crediti ECM FAD, cosa che consente di astenersi il meno possibile dal loro impegno quotidiano.
Al di là della formazione obbligatoria per il personale sanitario, sia medico che paramedico, infatti, il sistema sanitario italiano vanta svariati poli di elevata qualità, pubblici e privati, all’interno dei quali vengono offerte cure innovative e vengono effettuate importanti ricerche in ambito farmaceutico e tecnologico. Come in ogni altro Paese, poi, anche in Italia una regione spicca con distacco rispetto alle altre per il livello del sistema sanitario. Stiamo parlando dell’Emilia-Romagna che, soprattutto negli anni della pandemia, ha avuto modo di porsi ai vertici per qualità dei servizi offerti ai pazienti.
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Il miglior sistema sanitario italiano è in Emilia-Romagna: i dettagli
L’analisi pluriennale effettuata prendendo in considerazione il periodo 2010-2019 basandosi sul monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza realizzato dal ministero della Salute ha permesso di evidenziare l’efficienza con cui le regioni sono in grado di utilizzare le risorse assegnato dallo stato per garantire i servizi ai cittadini. L’Emilia-Romagna, in funzione del report in oggetto, ha mostrato il dato brillante del 93.4%, distaccandosi dalla media nazionale rimasta ferma al 75.7%.
Già a termine del 2022, poi, era stato reso noto il modo con cui le strutture ospedaliere emiliane fossero state in grado durante il biennio di pandemia di fronteggiare al meglio questa emergenza, offrendo un’assistenza celere e di qualità, promuovendo e garantendo l’erogazione effettiva dei servizi sanitari in ambito territoriale. All’interno della graduatoria, solo la Toscana e il Veneto hanno avuto modo di avvicinarsi con il 91.3% e l’89.1%.
Il dettaglio sui dati
Gli anni del Covid sono stati decisivi per evidenziare la crescita in positivo del sistema sanitario emiliano. Questo, perché la regione venne colpita in maniera maggiore rispetto al resto del territorio durante il biennio e, ciò nonostante, le strutture ospedaliere e i professionisti del settore furono in grado di far fronte all’emergenza con determinazione e responsività, senza mai lasciare i cittadini in balìa del virus.
Secondo i dati, la regione Emilia-Romagna è stata in grado di fare meglio della media italiana per 15 indicatori su 19, riuscendo a garantire con costanza servizi come quello di screening, i ricoveri urgenti e gli interventi per malattie oncologiche. I medici impiegati dal SSN in regione hanno subito una crescita dal punto di vista quantitativo del 4.2%. contro al -2% registrato nel resto del Paese.
Per quanto riguarda gli infermieri, si è assistito ad un aumento del 5.8%, con l’Italia a registrare un +1% nazionalmente e gli operatori sociosanitari al +18.7%, rispetto al -2% nazionale. Si pensa, però, alla crescita numerica dei prossimi anni e ai metodi con i quali poter garantire un servizio ancor più completo e di qualità ai cittadini.
Sul fronte vaccini, l’Emilia-Romagna non è stata da meno, facendo sempre meglio rispetto ai dati nazionali in media. Nella fattispecie, la copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione romagnola over 65 anni è del 65.1%, rispetto al 58.1% registrato in ambito nazionale. Per quanto riguarda, invece, le coperture vaccinali obbligatorie previste dalla L.119/2017, la regione ha dimostrato di fare meglio rispetto alla media nazionale ben otto volte su otto. Ottimi anche i numeri relativi ai controlli tumorali e alle analisi più complesse. Appare chiaro, dunque, come l’Emilia-Romagna dovrebbe rappresentare un esempio a livello nazionale per implementare nel complesso il sistema sanitario su tutta la penisola.