Fitobonifica, scopriamo cos’è e a cosa serve - - Look Out News

Fitobonifica, scopriamo cos’è e a cosa serve

Una delle problematiche maggiori da affrontare in questi ultimi decenni è il pesante inquinamento di terreni, fiumi e mari con sostanze nocive per l’uomo e l’ambiente. Recentemente, un primo passo importante da parte delle autorità è stato quello di cercare di controllare e classificare la produzione, raccolta e smistamento di rifiuti, anche attraverso la compilazione di documenti importanti da parte di vari soggetti, come ad esempio il Mud dei rifiuti.

Questa è un’attestazione essenziale, che permette di verificare chi produce tali materiali di scarto e la modalità in cui li smaltisce. Il tutto anche grazie al supporto fondamentale di società del settore, come ad esempio la Nova Ecologica di Roma. Tuttavia, anche la ricerca scientifica può fornire un aiuto considerevole nella lotta all’inquinamento, grazie a degli studi e sperimentazioni effettuate sulle piante. Stiamo parlando della cosiddetta fitobonifica. Andiamo a conoscere cos’è quest’ultima tecnica e come potrebbe aiutare l’ambiente.

Un sistema naturale e sostenibile

La fitobonifica o anche fitorimedio è una tecnica di recente sperimentazione che permette di ridurre o addirittura eliminare l’inquinamento dei terreni da sostanze altamente nocive, grazie all’aiuto di varie specie vegetali. Infatti, si sfrutterebbero le caratteristiche di alcune di queste piante per poterle far nutrire di tali composti inquinanti e, difatti, eliminarli da terreni agricoli o falde acquifere.

La canapa ed il vetiver (pianta originaria dell’India), ad esempio, tendono ad assorbire vari metalli pesanti, mentre il girasole selvatico predilige assimilare nichel e cromo. In altri casi, addirittura, si possono combinare le proprietà di assorbimento di tali piante con le caratteristiche di alcuni batteri, per incrementare ancor di più la possibilità di bonifica di diverse aree. Questo è ciò che viene chiamato fitorimedio assistito. Il meccanismo con cui funziona tale sistema in generale è semplice e naturale, come vedremo.

Un procedimento in fase di studio davvero efficace

La tecnica con cui i componenti inquinanti di natura organica vengono assorbiti o ridotti in sostanze più semplici e degradabili da parte delle piante viene definita fitodegradazione, mentre si parla invece di fitoestrazione quando i vegetali assorbono diversi metalli pesanti situati in un terreno e li conservano all’interno della cosiddetta porzione epigea, per poi essere rimossi e quindi eliminati attraverso il tradizionale raccolto.

Come si può intuire facilmente, il procedimento della fitobonifica permette non solo di bonificare ampi terreni, ma di effettuarlo anche con l’aiuto di strumenti assolutamente naturali e sostenibili a livello ambientale, senza l’uso di mezzi tecnologici o di altre sostanze chimiche, che potrebbero presentare ulteriori problematiche.

L’azione delle piante o quella combinata di specie vegetali e microrganismi potrebbe essere presto un valido aiuto per ridurre l’inquinamento di vaste aree del pianeta. Con questo obiettivo stanno continuando sia in Italia che in altri Paesi, studi e sperimentazioni sul campo per individuare le migliori specie da utilizzare in base al tipo di sostanze nocive inquinanti presenti in un terreno.

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