Tutti gli amanti del caffè conoscono l’eterna diatriba tra chi lo preferisce normale e chi decaffeinato.
La convinzione più diffusa è che il caffè decaffeinato sia completamente privo di caffeina, ma ciò non è vero perché, per essere considerato tale, il caffè decaffeinato deve contenere una percentuale di caffeina non superiore allo 0,1%. Sicuramente una quantità molto ridotta rispetto all’1,5% di caffeina contenuta nel caffè non decaffeinato e priva di qualsiasi effetto eccitante sull’organismo, ma comunque presente.
Innanzitutto è bene chiarire che anche il caffè decaffeinato può avere lo stesso sapore, robustezza e cremosità del caffè classico grazie, soprattutto, alle moderne tecniche di torrefazione che permettono di realizzare miscele di caffè decaffeinato che conservano il gusto vellutato e morbido del classico caffè con caffeina.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le principali caratteristiche e differenze tra caffè classico e decaffeinato.
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Caffè classico e decaffeinato: le differenze principali
La differenza sostanziale tra il caffè classico e quello decaffeinato sta nella lavorazione del chicco di caffè che, nel secondo caso, subisce vari trattamenti mirati all’eliminazione della caffeina che poi è la stessa sostanza che dona al caffè quel suo caratteristico sapore amarognolo.
Altro mito che andrebbe sfatato è quello che riguarda la convinzione secondo la quale chi beve il caffè decaffeinato – per vari motivi come, ad esempio, gusto personale, gravidanza, insonnia, problemi cardiovascolari… – faccia quasi un sacrificio visto che deve accontentarsi della seconda scelta anziché gustare il vero caffè.
Inoltre, sono ancora in tanti a credere che il caffè decaffeinato, proprio a causa dei trattamenti a cui viene sottoposto per eliminare la caffeina, faccia male alla salute. Questo non è assolutamente vero perché il caffè decaffeinato può presentare le stesse identiche controindicazioni del caffè classico. Abbiamo accennato al fatto che nessun trattamento è in grado di eliminare completamente la caffeina, quindi, anche il decaffeinato ne contiene una quantità, seppur minima, che può interferire, ad esempio, con i problemi cardiovascolari di alcuni soggetti, ma nulla di più rispetto a ciò che farebbe un caffè classico.
Invece, una differenza importante rispetto al caffè classico riguarda il fatto che quello decaffeinato è molto più sensibile al deterioramento e ciò, associato anche al fatto che si tende a consumarlo poco frequentemente lasciando la confezione aperta per più tempo rispetto al caffè tradizionale, lo rende più delicato e meritevole di maggiore accortezza in fase di conservazione.
Altra convinzione ben radicata è quella che ritiene il caffè decaffeinato meno saporito di quello classico. Non è così, in quanto durante la fase di lavorazione del caffè decaffeinato, i chicchi vengono privati solo della caffeina e non certo del loro aroma.
Si tratta quindi di un falso mito perché la bontà e la qualità del caffè classico o decaffeinato dipendono solo ed esclusivamente dalla miscela utilizzata.
Ciò vale tanto per il caffè macinato o in grani quanto per quello delle capsule, che sempre più spesso vengono prodotte in versione decaffeinata.
Cosa dicono gli studi condotti sul caffè classico e decaffeinato?
Come già accennato, il caffè decaffeinato non ha effetti collaterali o dannosi per la salute maggiori di quelli che presenterebbe il caffè classico, quindi, può arrecare fastidi in presenza di gastrite o reflusso gastroesofageo ed è bene ridurre o eliminare l’assunzione durante la gravidanza.
In merito alla questione si è espressa anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare indicando in 400 milligrammi al giorno – stiamo parlando di 4/5 tazzine di caffè al giorno – la quantità massima di caffeina che un soggetto sano può assumere nell’arco della giornata senza avere disturbi o complicazioni per il suo benessere. Quindi, anche se contiene meno caffeina, è bene assumere quantità limitate di caffè decaffeinato esattamente come si farebbe con quello classico per non rischiare di consumarne più del necessario convinti che non faccia male.
In base agli ultimi dati statistici, attualmente i consumatori che bevono regolarmente caffè decaffeinato sono circa il 12%, mentre il 30% lo beve occasionalmente, quindi, un numero abbastanza grande che è bene sia consapevole del fatto che, in assenza di particolari disturbi o patologie – come le malattie cardiovascolari – bere caffè contenente seppur una minima parte di caffeina può avere i suoi effetti positivi.
Infatti, se da un lato la caffeina, a causa del suo potere eccitante, può aumentare gli episodi di tachicardia, dall’altro lato, consumata con moderazione, può addirittura proteggere il sistema cardiocircolatorio, oltre ad avere effetti benefici sul metabolismo addormentato, caratteristica che torna particolarmente utile in tutte quelle situazioni in cui si sta seguendo una dieta dimagrante o rigenerante e si ha bisogno di rimettere a lavoro proprio il metabolismo lento.
Detto ciò, com’è facile intuire, scegliere tra un caffè classico o decaffeinato dipende principalmente dal nostro gusto personale. In entrambi i casi, infatti, sono presenti benefici e svantaggi, ma basta limitare il consumo e scegliere miscele di ottima qualità per avere la garanzia di assaporare un’esperienza gustativa davvero rigenerante.