L’orientamento dei dentisti, ormai da anni, è chiaro: dire addio a soluzioni come le dentiere, che possono essere motivo di forte imbarazzo, per dare spazio ai risultati definitivi dell’implantologia dentale.
Considerabile, a ragione, come una vera e propria rivoluzione del sorriso, viene chiamata in causa quando mancano dal dente singolo all’intera arcata – questa versatilità è uno dei grandi vantaggi della procedura – viene chiamata in causa quando, per esempio, lo specialista si rende conto che la devitalizzazione non può andare a buon fine e che è dietro l’angolo il rischio che il paziente arrivi a perdere il dente.
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Cos’è l’implantologia dentale?
Chiarita questa doverosa premessa, partiamo dalla definizione scientifica ricordando che, quando si parla di implantologia dentale, si inquadra un intervento che prevede l’inserimento, al posto del dente mancante, di un impianto osseo sul quale poi viene posizionato il dente artificiale.
Il ruolo della tecnologia
Quello che distingue l’implantologia dentale da altre branche dell’odontoiatria riguarda il suo essere stata interessata, nell’arco di pochi anni, da evoluzioni macroscopiche riguardanti il ruolo della tecnologia.
Oggi, grazie all’utilizzo di software ad hoc, è possibile procedere con l’esecuzione dell’intervento e, ancora prima, con la pianificazione dell’impianto, il tutto senza intervenire concretamente con l’apertura di lembi chirurgici.
Non si parla quindi di suture e, di riflesso, si ha a che fare con un decorso post operatorio molto più agevole rispetto al passato.
Come poco fa accennato, l’utilizzo di computer e software di ricostruzione 4D permette di personalizzare in maniera dettagliata gli impianti, venendo incontro alle situazioni di chi, per esempio, ha il problema dell’eccessivo riassorbimento osseo.
Come riportato sul sito di ROA Implants, dentista a Catania il cui titolare, Dottor Galvagna, è uno dei nomi di spicco in Sicilia e in tutta Italia quando si parla di implantologia dentale, in questi casi è possibile intervenire con tecniche come la all on six, che parte tutto dal posizionamento di 6 impianti lungo tutta l’arcata e che si presta, per esempio, a chi ha la necessità di apprezzare risultati definitivi in tempi brevi.
La gestione del dolore
Nelle righe precedenti abbiamo fatto cenno alla questione del dolore, dirimente quando si parla di salute orale e, ancora di più, di interventi di implantologia dentale.
Dal momento che, ribadiamo, non si ha la necessità di aprire i lembi delle gengive, si mette di fatto da parte l’utilizzo del bisturi e il successivo sanguinamento.
Durata
Quello della durata dell’intervento è un altro capitolo degno di nota quando si parla di implantologia dentale. La risposta dipende dalle scelte del chirurgo. Nei casi in cui si opta per l’implantologia a carico immediato, si parla di 24 massimo 48 ore tra il posizionamento degli impianti e quello dei denti permanenti.
In caso di implantologia a carico differito, bisogna invece aspettare dai 3 ai 6 mesi per permettere al processo di osteointegrazione di completarsi.
Una volta posizionati i perni, l’equipe chirurgica procede con la chiusura dell’incisione. Viene preservata la parvenza estetica, in quanto il paziente viene mandato a casa con una protesi mobile di durata temporanea.
Concluso il periodo di osteointegrazione, si posizionano i denti definitivi.
Esistono controindicazioni?
Uno dei grandi vantaggi – e dei motivi del suo successo – dell’implantologia dentale riguarda il suo non prevedere controindicazioni. Gli impianti sono realizzati in titanio, materiale bioinerte e anallergico.
Anche la scarsa rappresentazione ossea non è un problema. Nei casi in cui è necessario, si procede con interventi di rigenerazione, che possono riguardare anche i tessuti molli e prevedere o meno il ricorso a membrane.
Ricorrendo a impianti particolarmente sottili e di lunghezza ridotta, si può, quando le indicazioni lo consentono, intervenire senza bisogno di interventi di rigenerazione ossea anche nei frangenti in cui la quantità di osso è particolarmente scarsa.