La sindrome del tunnel carpale è una condizione dolorosa caratterizzata dallo schiacciamento di un nervo del polso, quello mediano, situato presso la struttura complessa di ossa e legamenti che, per l’appunto, ne prende il nome. Tale struttura ha una forma ad arco e si trova tra l’interno del polso e il palmo della mano. Il nome di “tunnel” , in particolare, è dovuto alla sua forma che conduce nove tendini al nervo mediano e comprende anche le ossa della mano, note come ossa carpali.
Si tratta di una sindrome molto comune che, generalmente, può essere risolta efficacemente mediante un ciclo di sedute di fisioterapia, senza dover ricorrere all’intervento chirurgico. In questo approfondimento, per l’appunto, vedremo tutto quello che c’è da sapere sulla sindrome del tunnel carpale, quali sono i sintomi ed i tempi di recupero.
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Sindrome del tunnel carpale: i sintomi
La sindrome del tunnel carpale si manifesta attraverso sintomi piuttosto specifici e, quindi, di facile individuazione. In particolare il soggetto affetto dalla condizione dolorosa lamenta formicolii ed intorpidimenti delle prime tre dita della mano, tra la metà del quarto dito e sul lato dove è collocato il pollice. Talvolta il dolore può irradiarsi su tutta la mano mentre, occasionalmente, la sindrome si manifesta tramite bruciori e formicolii che si irradiano su tutto l’avambraccio.
L’arto colpito appare intorpidito e formicolante oltre che rigido e attraversato da dolorosità di varia entità. Il bruciore acuto, talvolta, tende a risvegliarsi soprattutto di notte, a causa della posizione assunta dalla mano del paziente a riposo. Negli stadi più avanzati questa patologia si manifesta anche attraverso un indebolimento generalizzato, che conduce alla diminuzione del volume dei muscoli causato dal mancato utilizzo e, quindi, all’atrofia.
La diagnosi
Per una diagnosi completa occorre sottoporsi ad una visita medica accurata. Questa permetterà allo specialista di valutare la condizione della mano, o di entrambe le mani del paziente e di stabilire il tipo di esami ideali a cui sottoporsi. Nello specifico potrebbero essere prescritti esami di conduzione nervosa e diagnostica per immagini.
In generale la sindrome viene diagnosticata attraverso l’esame obiettivo di mani e polsi ma è necessario anche approfondire attraverso esami più specifici per accertarsi in modo chiaro ed incontrovertibile circa la reale natura del dolore lamentato dal paziente.
Chiaramente se l’atrofia è piuttosto evidente, e la sindrome si trova ad uno stadio avanzato, gli esami serviranno anche per certificarne lo stato e, dunque, agire prontamente per individuare i rimedi mirati in base al caso clinico.
Fisioterapia per tunnel carpale
Il trattamento varia in base al paziente e al percorso di cura previsto dallo specialista. Generalmente si prescrive l’utilizzo di un tutore da abbinare a trattamenti anti-dolorifici a base di corticosteroidi e antinfiammatori. Questi trattamenti possono essere abbinati anche a sedute di fisioterapia, comprendenti esercizi e l’uso di macchinari preposti a ridurre gli stati infiammatori come laser terapia e tecar terapia.
Se il dolore è piuttosto acuto, sintomo di un’infiammazione dolorosa e debilitante, potrebbero essere necessarie iniezioni di corticosteroidi e, infine, l’intervento chirurgico. Ovviamente il paziente dovrà evitare posizioni che generino dolore e che, sia a riposo che in attività, possano aggravare lo schiacciamento del nervo mediano.
Di norma, quindi, si segue il paziente anche attraverso una correzione delle abitudini posturali che lo hanno condotto alla sindrome, per esempio migliorando l’utilizzo della tastiera del computer che, generalmente, rientra tra le principali cause scatenanti. È in questo frangente che entrano in campo i tutori del polso, utili a ridurre il dolore e a mantenere la mano in posizione neutrale e ad alleviare i sintomi.
Ciò che conta è che, per risolvere le problematiche derivanti dalla sindrome del tunnel carpale, siano necessarie più azioni combinate tra loro, in modo tale da conferire immediato sollievo al paziente. Nei casi in cui il dolore e l’intorpidimento saranno molto intensi, con conseguente atrofizzazione dei muscoli, non ci sarà altra strada percorribile che quella dell’intervento chirurgico. Attraverso l’operazione lo specialista eliminerà la compressione sul nervo mediano e, quindi, anche il dolore e tutti i sintomi correlati.
Tempi di recupero
La sindrome andrebbe trattata in modo tempestivo, con piccoli accorgimenti che possono migliorare sensibilmente la situazione. Per esempio sono consigliati impacchi freddi, trattamenti fisioterapici anche prima dell’intervento chirurgico, oggi gestito in modo assolutamente non invasivo.
Nei casi più gravi, è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico, che avviene attraverso una piccola incisione sul palmo della mano o attraverso la selezione del nervi compressi con l’endoscopio mini-invasivo. A prescindere dalla modalità di intervento, il decorso post-operatorio è decisamente rapido e non doloroso o problematico. Subito dopo l’operazione al polso, la mano dovrà essere tenuta sollevata e ferma per evitare gonfiori. Dopo circa una settimana dall’intervento, invece, il paziente potrà riprendere la sua quotidianità e, dopo due settimane, rimuovere la sutura ed iniziare a muovere la mano con maggiore autonomia.
Ovviamente, in questa fase sarà necessario seguire un percorso mirato di fisioterapia, utile a recuperare la mobilità della mano nel minor tempo possibile, velocizzando così il recupero muscolare e tendineo, e ad imparare le posizioni da assumere per non comprimere il tunnel di nervi che collega gli arti coinvolti.